1st day
... let's call it a day! che sostanzialmente significa per oggi basta, abbiamo dato.
il corso è interessantissimo, ma anche molto impegnativo, perchè siamo continuamente coinvolti in prima persona e abbiamo pochi tempi morti. Iniziamo alle 9 e andiamo avanti fino alle 14, con due intervalli di 15 minuti ciascuno. il problema è che le lezioni non sono passive, di ascolto e basta, quelle per intenderci in cui ci si può addormentare e far finta di nulla... siamo continuamente chiamati a parlare, a interagire, a partecipare.
Ma andiamo con ordine e partiamo dai partecipanti. L'Europa è ben rappresentata: a parte me, che sono l'unica italiana, c'è gente da Repubblica Ceca, Ungheria, Belgio, Islanda, Polonia, Austria, Germania, Spagna, Slovenia. Curiosamente, manca la Francia. Si tratta in gran parte di insegnanti di inglese, ma ce ne sono alcuni che insegnano materie professionali e manuali (tipo abilità pratiche e cucito), arte, tedesco, storia e geografia... La teacher è giovane, motivatissima, gentile e disponibile. Appartiene a una famiglia di 5 figli e insegnano tutti, soprattutto d'estate per guadagnarsi qualcosa (lei è ancora in perfezionamento universitario). Il corso è al completo, siamo in 14 e 15 con l'insegnante. Età media 45-50 anni, ma la teacher ne avrà 25.
Prima di raccontarvi quello che abbiamo fatto oggi, però, è bene segnalare alcuni requisiti necessari in pratica (ma non richiesti) per la partecipazione al corso. Primo fra tutti una decente conoscenza della lingua, altrimenti si corre il rischio di non capire niente e di non potere assolutamente comunicare. Un livello almeno intermedio o post-intermedio è il minimo necessario. Devo dire che qui in qualche modo se la cavano tutti, seppure in modi differenti. Mi ha stupito, ad esempio, come parlano "male" gli insegnanti di inglese (male si fa per dire, ovviamente, ma i nostri sono mediamente meglio, forse perchè insegnano letteratura, forse perchè la nostra scuola è più impegnativa, forse perchè non lo so... ma gli ho sentito fare errori che non mi sarei aspettata, e pensavo che la polacca, simpaticissima peraltro, sapesse come si dice "gabbiano" o "cinghiale"). Ma mi ha anche stupito come parlano "bene" gli insegnanti non di inglese (bene si fa per dire, ovviamente, ma almeno sono piuttosto fluenti e si fanno capire, cosa che negli insegnanti italiani non di inglese è estremamente rara). Insomma, in mezzo a tutti devo dire con mia estrema soddisfazione che galleggio alla grande.
Un altro requisito fondamentale è la conoscenza informatica, il sapersi destreggiare sia col pc che col cellulare, anche su app nuove, senza andare in panico come spesso ci succede. Collegarsi a una nuova rete, entrare in una classroom virtuale, inserire o modificare il proprio avatar, preparare e illustrare una presentazione digitale, inviare e ricevere messaggi... il tutto a una velocità perlomeno accettabile. Ok che l'insegnante dà sempre una mano, ma non è possibile essere completamente digiuni di tecnologia. per fortuna mi sono portata, a parte il cellulare, il mio portatile nuovo di zecca, che mi serve assai assai.
E veniamo alle attività di oggi, tutte produttive e interessanti, che potremmo riciclare nei nostri corsi a sfondo psicologico. Lo scopo, al di là del "rompere il ghiaccio", e quello di imparare ad ascoltare gli altri e dar loro importanza e considerazione. Alcune poi riguardavano l'analisi di sé. In sintesi, giusto a futura memoria, metto giù qualche appunto, tralasciando i preamboli
- la PRESENTAZIONE ROVESCIATA - divisi in coppie, si ascolta l'autopresentazione del partner, si prendono appunti e si presenta il partner agli altri (esercizio orale)
- il GIRO DELLE DOMANDE - più difficile a spiegarsi che a farsi. In due cerchi concentrici, si leggono domande a rotazione a chi hai davanti, poi ci si scambiano le domande a rotazione, finchè tutti hanno risposto a tutto (esercizio orale)
- il POST-IT ONLINE su cui dovevamo scrivere due nostri punti di forza e uno di debolezza (esercizio scritto)
- il DIARIO SETTIMANALE PER L'AUTOSTIMA, da completare giorno per giorno scrivendo cose fatte che ci hanno reso felici/soddisfatti/appagati eccetera. Lo porterò, perchè è carino (esercizio scritto)
- le PRESENTAZIONI SINGOLE su qualcosa che riguarda il nostro paese. io ho rotto il ghiaccio presentando gli gnocchi al pesto e sono entrati letteralmente in brodo di giuggiole (cosa sono le giuggiole???) quando hanno visto il vasetto di pesto (dell'aeroporto di bergamo) e il pezzo di parmigiano che ho portato e che mangeremo nei prossimi giorni. Poi una tedesca ha parlato di una festa bavarese che si tiene ogni 4 anni nel suo paese e dove la birra scorre a fiumi, ovviamente.
Alla fine della giornata il mio cervello era abbastanza fuso, ma nondimeno ho fatto una bella passeggiata con Kathrine, la docente di inglese del gabbiano, polacca, che non è mai stata a Dublino e l'ho portata al Trinity college, l'unico posto della città che ricordavo perfettamente. purtroppo non abbiamo potuto vedere il book of Kells perchè i posti erano esauriti. Comunque metto qualche foto, mentre qui sta suonando un fastidiosissimo allarme non si sa bene perchè... vabbè, vado a vedere che non ci sia un incendio....falso allarme, era solo uno che ha schiacciato il pulsante per errore e ha rotto le scatole per più di mezz'ora... sgrunt...
Eccovi le foto, dell'avveniristico stadio, del ponte Samuel Beckett, detto anche "Il ponte ad arpa" progettato da Calatrava e di un bel veliero sul fiume presso il porto.
A domani!!!